NIGHT IN THE WOODS è FORSE UNA DELLE MIGLIORI RAPPRESENTAZIONI DEI DISTURBI DELL’UMORE
Night in the Woods, adventure game pubblicato nel 2017, è forse una delle migliori rappresentazioni dei disturbi dell’umore pur non essendo un gioco sui disturbi dell’umore. Parla infatti di un’avventura e di persone curiose e coraggiose che, nel frattempo,
capita che combattano anche altre battaglie molto più intime nella loro quotidianità. «Penso che per un sacco di persone la rappresentazione sia importante, potrebbe essere l’unica volta in cui qualcuno oltre loro legittima quell’esperienza» ha spiegato
Scott Benson sulle pagine di
Kotaku. E lui,
Alec Holowka e un’altra manciata di persone che compongono il team
Infinite Fall hanno azzeccato la perfetta prospettiva, ritraendo la malattia con una delicatezza rara, servendosi di un numero essenziale di poligoni e meccaniche, usando un braccio mozzato scoperto per caso come pretesto perfetto per ricucire rapporti e scoprire quanto dolore si possa celare dietro una sigaretta sempre accesa, un corpo in perenne movimento o una calma invidiabile.

In Night in the Woods, anche i dettagli apparentemente fuori luogo hanno un loro perché, persino la decisione di sviluppare la storia con una narrazione a bivi: per ogni nuovo tassello sul difficile presente di Bea che scopriamo perdiamo l’occasione di ascoltare i dubbi e i tormenti che attanagliano l’animo di Gregg finendo per vedere solo il suo lato sopra le righe, e viceversa. In qualsiasi altro contesto, questo espediente significherebbe semplicemente una maggiore rigiocabilità; in questo caso è invece uno dei tanti, piccoli campanelli pronti a suonare per ricordarci che, anche a nostra totale insaputa, qualcuno accanto a noi potrebbe vivere le nostre stesse difficoltà e, nel momento del bisogno, potrebbe capirci più di quanto non abbiamo mai capito noi stessi.
LA DEPRESSIONE (NON) È UN GIOCO
“La serie Life is Strange parla di superpoteri, ma anche di vari problemi complessi che affliggono le persone nella vita reale” si legge nel sito di Square Enix visitando la sezione ‘TALK’ del menù, dove è possibile trovare varie risorse per chiunque abbia necessità, in qualsiasi parte del mondo ci si trovi.
TRATTARE LA DEPRESSIONE IN MODO TRASPARENTE AIUTA TUTTI, NON SOLO CHI NE è AFFLITTO
Trattare la depressione in modo trasparente aiuta tutti: chi ne è afflitto, chi conosce qualcuno che ne soffre, chi non si è mai posto il problema ma vuole ora saperne di più.
Il videogioco sostiene questa causa in modi inaccessibili ad altri media, trasformandoci da semplici fruitori passivi a protagonisti attivi. Attraverso schermo e periferiche, oggi possiamo essere oratori e al contempo ascoltatori, sia artisti che osservatori, e anche quando spegnamo la TV e poggiamo il pad il dialogo può (e deve) continuare. Da giocatori abbiamo il privilegio di poter fonderci con qualsiasi personaggio e “vivere” ogni tipo di esperienza, anche una complessa come la malattia. Un’opportunità preziosa per
imparare a essere più empatici con chi soffre o per capire di non esser mai davvero soli, nemmeno quando tutto attorno a noi vuole convincerci del contrario.
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