Prima di partire per un lungo viaggio porta con te la voglia di adattarti, cantava qualche tempo fa quella gran donna di Irene Grandi. Io, che sono solito prendere in parola un po’ tutti, quando mi allontano da casa cerco di fare buon viso a cattivo gioco, assecondando come posso la mia necessità di non restare a secco di videogiochi e, più in generale, di tecnologia. È chiaro come le strategie da mettere in atto cambino a seconda del periodo di lontananza, oltre che dalla durata del tragitto e dai motivi che mi spingono ad abbandonare il caldo focolare domestico.
Fosse possibile, mi trascinerei dietro l’intera postazione casalinga, con tanto di mobilone che ospita TV, PC, console, sintoamplificatore e dispositivi assortiti; tuttavia, tocca operare delle scelte che, come detto, non possono prescindere dal tipo di viaggio. Quando devo prendere un aereo – ad esempio per andare a Los Angeles in direzione E3 – cerco di ridurre al minimo indispensabile la tecnologia da mettere in valigia, più che altro perché provo del dolore fisico nell’immaginare il modo in cui questa viene notoriamente trattata dallo staff aeroportuale, senza contare il rischio elevato di furti che va messo in conto in questi casi. Ciò si traduce in roba esclusivamente portatile e da stipare nel bagaglio a mano, una pratica tutto sommato agevole di questi tempi, dove Switch, smartphone e tablet possono fornire, almeno per qualche giorno, la dose quotidiana di droga virtuale. Altri colleghi, invece, si portano dietro l’impossibile a prescindere; ho persino visto qualcuno presenziare a un press tour europeo (che prevedeva una notte sola di pernottamento) portandosi dietro un borsone, al solo scopo di passare la notte su Destiny in formato PlayStation 4. Senza guardare fuori da casa TGM, anche Davide Mancini è uno che non si fa grossi problemi a mettersi la console in valigia, nelle sue peregrinazioni tra Napoli e Newcastle (ma anche alla gamescom, un paio di volte), quando io avrei comprato fin da subito due PS4 e tanti saluti al rischio e alla fatica del trasporto.
Fosse possibile, mi trascinerei dietro l’intera postazione casalinga
Ecco… il backlog è un’altra discriminante importante, quando si tratta di scegliere cosa portarmi in viaggio. Ad esempio, PS Vita prende la polvere tutto l’anno, ma quando vado al mare ad agosto è la prima cosa che segno nell’elenco delle cose da ricordare. Sul portatile di Sony ho alcune questioni aperte, roba che non prendo in mano mai durante l’anno, ma che la rilassatezza della vacanza estiva invita a rilanciare e continuare. Ancora oggi, poi, non c’è gioco che mi dia più soddisfazione di Lumines quando sto spaparanzato sotto l’ombrellone a osservare le femminucce in tanga che si arrostiscono al sole. Sì lo so… sono proprio una brutta persona.
E voi come vi regolate, prima di partire per un lungo viaggio? Non vi portate dietro nulla, perché la vacanza deve essere anche un momento di depurazione dalla tecnologia, oppure dedicate tanto spazio in valigia al vostro hobby preferito?