Katane sguainate, demoni da macellare e un ritmo che non lascia spazio al respiro: Ragebound rianima lo spirito di Ninja Gaiden con un mix di pixel art raffinata e gameplay adrenalinico. In attesa del ritorno ufficiale della saga, ecco cosa ci ha detto questo primo, sanguinario assaggio.
Sviluppatore / Publisher: The Game Kitchen / Dotemu Prezzo: – Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: – Disponibile su: PS4, PS5, Switch, Steam, Xbox Series, Xbox One Uscita: 31 luglio
Ninja e grafica bidimensionale, un connubio che non passa mai di moda! La scorsa estate ci siamo deliziati con Shadow of the Ninja: Reborn del Tengo Project, uno dei remake più riusciti di sempre, arrivato giusto in tempo per distrarci dagli attacchi di Ninja Five-O, la riedizione di uno dei titoli più costosi e amati di una Konami che non esiste più, almeno non come la ricordavamo ai tempi del vecchio GBA.
Questa volta, gli autori di Blasphemous prendono momentaneamente il timone della storica serie Ninja Gaiden, offrendoci un gustoso antipasto in attesa del ritorno in grande stile della sanguinosa saga entro fine anno. Ma non c’è tempo da perdere, perché Shinobi: Art of Vengeance di Lizardcube ci aspetta già a fine agosto: nessun attimo di tregua, con questi guerrieri delle ombre!
NINJA GAIDEN: RAGEBOUND NON CONCEDE NEPPURE UN ATTIMO DI SOSTA!
Veloce, furioso, brutale: Ninja Gaiden: Ragebound è un’iniezione di adrenalina, all’ombra di una grafica bidimensionale squisita e di una colonna sonora incalzante. È, soprattutto, l’incarnazione perfetta del termine giapponese Gaiden, ovvero “avventura parallela”: mentre il maestro Hayabusa è costretto ad abbandonare il villaggio per onorare le volontà del padre, tocca al giovane adepto Kenji Mozu affrontare un’improvvisa invasione di demoni sanguinari. È tutta questione di riflessi: i livelli vanno attraversati in rapidità, gestendo in una frazione di secondo le priorità. Bisogna eliminare i nemici che offrono potenziamenti temporanei per poi sbarazzarsi al volo di quelli corazzati, che altrimenti richiederebbero più colpi, spezzando il ritmo della corsa forsennata.
Kenji può aggrapparsi a pareti e soffitti come il maestro Hiryu Strider ci insegnò nel 1989, ed eseguire una capriola volante con cui rimbalzare su nemici e proiettili; un po’ come con i proiettili rosa di Cuphead, ma in versione decisamente più versatile. Dopo un po’ di pratica, i livelli diventano veri e propri palcoscenici in cui scatenare un’acrobatica danza di morte, con frattaglie e fendenti che volano ovunque, il tutto, però, senza sacrificare un level design tutt’altro che lineare.
Nei luoghi più nascosti si celano infatti numerosi collezionabili, come teschi di cristallo o scarabei dorati dalle forme più varie, presumibilmente da investire nel negozio del saggio Muramasa, che ci attende tra un livello e l’altro e che purtroppo nella demo affrontata non aveva ancora aperto i battenti. Sappiamo per certo che il suo inventario si arricchirà progressivamente di nuovi strumenti di dolore, ottenibili completando i livelli con la giusta qualifica; la loro gestione, però, al momento rimane ancora avvolta nel mistero.
DUE ANIME IN UN CORPO SOLO
I livelli messi a disposizione ci hanno permesso di fare la conoscenza con il più improbabile degli alleati. Kenji sarà infatti costretto a unire le forze con Kumori, una kunoichi al servizio del clan del Ragno Nero: pur non entrando fisicamente in azione, la sua forma eterea gli consente di scagliare kunai per colpire dalla distanza e risolvere semplici puzzle, grazie alla traiettoria orientabile dei suoi attacchi. La situazione cambia in prossimità di particolari altari, dove lo spirito di Kumori può separarsi temporaneamente dall’ospite, proiettandosi in una sorta di dimensione parallela; lì, il tempo è limitato e ogni secondo conta: bisogna raggiungere un obiettivo specifico per permettere alla coppia, una volta riunita, di proseguire nella missione. Le doti dell’improbabile eroina si integrano perfettamente con il ritmo forsennato del gioco, soprattutto perché i nemici portatori di cariche si dividono in due colori, una trovata che strizza palesemente l’occhio alla scuola Treasure.

Quando la situazione si fa dura i due alleati possono scatenare un letale ninpo con cui fare piazza pulita.
Quelli blu vanno affettati con la katana, mentre i rossi possono essere abbattuti solo con i kunai: è l’unico modo per ottenere l’agognato potenziamento temporaneo e in alcune situazioni il ritmo diventa talmente serrato da rischiare il mal di testa. Tuttavia cadere in battaglia (almeno nella demo) significa semplicemente ripartire dall’ultimo checkpoint, senza particolari penalità. Ninja Gaiden: Ragebound ha tutte le carte in regola per calamitare l’attenzione degli speedrunner, ma riesce anche a offrire una sfida adatta a più palati. A tal proposito, completare il codice fornito dallo sviluppatore ci ha permesso di dare uno sguardo alla difficoltà più alta, affrontando livelli familiari con un grado di sfida decisamente più ripido. Non siamo rimasti delusi: invece di aumentare pigramente la salute dei nemici, il gioco propone una disposizione più interessante e coriacea degli ostacoli, con avversari che schizzano da tutte le parti come saette, aumentando ulteriormente la cadenza frenetica dell’azione. Una demo (presumibilmente la stessa da noi testata) sarà disponibile durante lo Steam Next Fest: se potete, dategli un’occhiata, perché il pargolo di The Game Kitchen si preannuncia come una delle uscite più calde dell’estate. Per la nostra recensione completa, l’appuntamento è a fine luglio.